Aral_Citytellers film, HD, 48' 06", 2010
Le città, il paesaggio e le comunità intorno al lago di Aral sono state lo scenario del più drammatico e devastante laboratorio scientifico-militare della guerra fredda.
Alla fine degli anni Quaranta l’Unione Sovietica decise di deviare il corso dei due affluenti del lago d’Aral per incentivare la coltivazione del cotone, di utilizzare l’isola Vozrozhdeniya al centro del lago per creare una base per la sperimentazione di armi chimiche e batteriologiche e di costruire poco distante quello che sarebbe diventato il più importante cosmodromo del mondo.
Oggi il lago non esiste quasi più, l’isola è uno dei territori più contaminati del mondo ed è diventata raggiungibile via terra, e il cosmodromo continua ad essere una invasiva proprietà russa in Kazakhstan.
Le comunità che ancora oggi vivono nelle città sul lago con il deserto al posto dell’acqua sono diventate una sorta di “archeologia dell’umanità”.

Citytellers è un progetto di ricerca sui futuri scenari urbani e le diverse forme di neo-umanesimo. L’opera è costituita da una serie di film che indagano i mutamenti nelle maggiori megalopoli contemporanee con particolare attenzione ai nuovi fenomeni sociali, politici, economici e religiosi. Citytellers è un progetto d’arte che dedica particolare attenzione a comportamenti spesso invisibili quali i fenomeni di auto-organizzazione, le economie alternative, le grandi diaspore. Citytellers è un sensore in movimento che ci racconta un nuovo paesaggio delle modificazioni. Il progetto si espone con un doppio display: un vernissage simultaneo in uno spazio proprio del sistema dell’arte contemporanea (museo, fondazione, biennale, etc;) ed in uno spazio di larga comunicazione (televisione, web, film festival, etc;) allo scopo di usare questi ultimi come protesi dello spazio per l’arte e di portare l’opera d’arte a confronto con un pubblico più vasto ed inatteso.
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